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L'haiku è diventato fenomeno di moda, anche in Iran, ma secondo Morteza Latifi Nezami è da considerare poesia solo per le popolazioni dei paesi dove è nato, perché esprime nella sua apparente semplicità l'essenza dell'anima poetica giapponese, mentre in altri territori la poesia ha avuto significati e ruoli diversi nella società nel suo complesso oltre che negli ambienti letterari. L'autore non si è sottratto al fascino degli haiku, componendone più di sessanta pur senza seguire la regola di tre versi formati rispettivamente da cinque, sette e cinque "more", componendo quindi, come molti altri, degli haiku "moderni". Meditando sulla poesia persiana però è giunto a una conclusione interessante, individuando nella sua tradizione culturale e poetica un tipo di poesia simile, esistente da secoli: le quartine. Secondo Latifi Nezami lo haiku è espressione di un bellissimo sentimento poetico ma non è una poesia, perché descrive un contenuto poetico senza concluderlo, mentre la quartina lo porta a conclusione. Così ha mutato i suoi haiku in quartine, naturalmente libere, ritrovando le radici della poesia persiana.